Al naso il vermouth bianco snocciola il corredo classico dolce e speziato della tipologia, con fiori di sambuco, enula campana e scorze di arancio amaro, su sottofondo di vaniglia.
Ma al gusto mostra un carattere più deciso, che ci ricorda come le ricette arrivino dal passato, quando anche il vermouth bianco aveva una nota amaricante netta.
I fiori di assenzio e centaurea apportano gradevoli persistenze amare, arricchite da scorze di limone circondate dalla aromaticità della bacca di vaniglia e dalla dolcezza del rizoma di iris. Fine speziatura di sottofondo con coriandolo, cannella e noce moscata. La persistenza amara si adagia su zucchero ben dosato e ricordi di liquirizia. 

10 - 12 gradi °C

Liscio, fresco di frigo o con ghiaccio con scorza di limone o arancio.

Considerato il carattere del prodotto potrebbe trovare posto anche in miscelazione con bitter o una dose di gin. Il vermouth bianco negli Anni Trenta contava decine di cocktail al suo attivo che solo in epoca moderna sono stati cancellati e riportati con il rosso, in virtù di un cambio di gusto giocato sui toni dolci.
Il vermouth si accompagna bene con formaggi sapidi di capra a media stagionatura o tome di latte vaccino, o alla carne cruda. Il carattere amaricante giocato sugli agrumi può trovare anche ottimi sodalizi con torta di nocciole, panettone e cantucci alle mandorle.